La mia filosofia di lavoro
La qualità centrale della mediazione è la sua capacità di ri-orientare le parti l'una verso l'altra. Non imponendo loro regole, ma aiutandole a raggiungere una nuova e condivisa percezione della loro relazione.”
Lon Fuller (Harvard Law School) 1902 – 1978
La cosa più efficace che il mediatore può fare per le parti è aiutarle a costruire un dialogo praticabile, attraverso il quale le parti possano comprendere insieme il perché del loro conflitto e decidere insieme come uscire dal loro problema .
Dare il potere alle parti, aiutandole a confrontarsi direttamente, senza intermediari, è un cardine del mio modo di lavorare: il problema è delle parti, le parti sono le “esperte” del loro conflitto, solo loro sanno cosa è davvero importante nelle loro vite. Ed è anche loro la responsabilità di decidere del proprio futuro.
La mediazione è uno spazio/tempo che deve appartenere alle parti. Tengo molto al fatto che ogni aspetto del processo di mediazione, ogni passaggio, anziché essere risolto con una indicazione del mediatore, venga gestito cercando un accordo tra le parti: l’idea è che ogni accordo sul “come” fa sentire le parti protagoniste di un processo costruito e voluto da loro, e questo è un importante presupposto verso un accordo sul “cosa”.
Dare il potere alle parti, aiutandole a confrontarsi direttamente, senza intermediari, è un cardine del mio modo di lavorare: il problema è delle parti, le parti sono le “esperte” del loro conflitto, solo loro sanno cosa è davvero importante nelle loro vite. Ed è anche loro la responsabilità di decidere del proprio futuro.
La mediazione è uno spazio/tempo che deve appartenere alle parti. Tengo molto al fatto che ogni aspetto del processo di mediazione, ogni passaggio, anziché essere risolto con una indicazione del mediatore, venga gestito cercando un accordo tra le parti: l’idea è che ogni accordo sul “come” fa sentire le parti protagoniste di un processo costruito e voluto da loro, e questo è un importante presupposto verso un accordo sul “cosa”.